Risanamento in 5 fasi
Il buon esito di un risanamento richiede un'accurata preparazione e il tempo necessario. Seguendo cinque fasi potete realizzare con serenità il vostro progetto.
Se vi sentite smarriti o persino sopraffatti quando si tratta di risanare il riscaldamento, allora siete in buona compagnia. La maggior parte dei proprietari non si è infatti mai dovuta cimentare con l'argomento. Abbiamo perciò raccolto per voi le domande più frequenti con le risposte specifiche, che rappresentano un buon punto di partenza per affrontare la questione. Tenete presente anche la nostra pratica guida risanamento in 5 fasi, i nostri oggetti di riferimento e il nostro blog Elco-Inside.
Per le nuove costruzioni i riscaldamenti a gasolio non sono più ammessi già da tempo. Gli impianti a gasolio esistenti possono continuare a essere utilizzati (mantenimento dei diritti acquisiti). La sostituzione del vecchio riscaldamento a gasolio con una nuova caldaia a gasolio è ammessa solo se avviene nel rispetto del MoPEC 2014. In questo caso dovete ridurre ad esempio il fabbisogno termico dell'edificio (mediante isolamento termico aggiuntivo delle facciate o del tetto) oppure coprire il 10 per cento del fabbisogno termico con energie rinnovabili. Le soluzioni standard più frequenti per il riscaldamento sono l'integrazione di un impianto solare termico o di uno scaldacqua a pompa di calore combinato con un impianto fotovoltaico.
Secondo il MoPEC 2014 i riscaldamenti elettrici fissi saranno vietati a partire dal 2030. A fine aprile 2023, il Tribunale federale ha confermato questo divieto. Dovreste perciò iniziare sin d'ora ad occuparvi della sostituzione dell'impianto in modo da preparare il progetto in tutta tranquillità. Se il vostro riscaldamento elettrico dispone già di una distribuzione del calore tramite sistema a pavimento o radiatori è solo necessario sostituire il generatore di calore. A tale scopo si prestano una termopompa, una caldaia a pellet o l'allacciamento a una rete di teleriscaldamento. Se invece si tratta di un riscaldamento elettrico diretto, dovete prevedere l'integrazione di un sistema idronico di distribuzione del calore.
Dipende dalla situazione geologica e giuridica nel vostro Comune di residenza. A volte il sottosuolo non si presta per le trivellazioni oppure l'ubicazione specifica si trova in una zona di protezione delle acque sotterranee. Il sito web www.posso-perforare.ch è un buon punto di riferimento. Per una risposta esaustiva dovete in ogni caso rivolgervi all'ufficio tecnico del vostro Comune.
Le termopompe possono essere installate solo con un attestato di protezione fonica e se i valori di rumorosità previsti rientrano nei limiti ammissibili. Dal punto di vista giuridico non esistono perciò - perlomeno teoricamente - termopompe troppo rumorose. Fabbricanti come ELCO investono ingenti risorse per rendere le macchine il più possibile silenziose, ad esempio attraverso la costruzione e l'isolamento del corpo dell'apparecchio o la geometria del ventilatore. La massa più grande consente di ridurre le fastidiose vibrazioni. Le moderne termopompe sono pertanto grandi circa il doppio rispetto a quelle dei primi anni 2000 che avevano effettivamente problemi di rumore. Gli esatti valori di rumorosità delle termopompe ELCO possono essere consultati in qualsiasi momento nelle nostre schede tecniche e confrontati con le situazioni quotidiane. Una conversazione in una biblioteca pubblica, ad esempio, è più rumorosa della nostra termopompa AEROTOP SX.
Verificate dapprima tutti i possibili luoghi di installazione; anche un tetto piano potrebbe essere un'opzione. Se il problema del rumore non può essere risolto con la sola collocazione ci sono ancora diverse possibilità. Per le termopompe installate all'interno si possono ad esempio prevedere dei silenziatori a coulisse o misure a livello di griglia di aspirazione ed espulsione dell'aria. Il rumore delle macchine installate all'esterno potrebbe essere all'occorrenza ridotto con cabine insonorizzanti, palizzate in legno o pietra, gabbioni per pietre o un rinverdimento mirato.
Sì, a tale scopo le termopompe di fabbricanti come ELCO passano alla cosiddetta modalità notturna. Durante la notte, la potenza di riscaldamento viene ridotta, a beneficio di un'ulteriore diminuzione del livello di rumore. Nelle notti particolarmente fredde, la potenza deve essere aumentata, ma questo non arreca disturbo a nessuno, perché le proprie finestre e quelle dei vicini sono comunque chiuse.
Sì, in molti casi è possibile. Le moderne termopompe raggiungono facilmente temperature di mandata di 60 gradi centigradi. A volte è anche possibile sostituire i vecchi radiatori ad alta temperatura con moderni radiatori a bassa temperatura, oppure ridurre la superficie dei corpi scaldanti. A seconda dell'oggetto si può prevedere anche la conversione di singole superfici (ad es. ingresso, cucina, soggiorno) a un riscaldamento a pavimento. Una termopompa è infatti in grado di alimentare due diversi circuiti di riscaldamento, uno per i radiatori e l'altro per il sistema a pavimento.
No, perché l'elettricità è solo l'energia ausiliaria che permette di sottrarre il calore dall'aria ambientale, dal suolo o dall'acqua di falda. La termopompa sfrutta questa energia ausiliaria in modo molto efficiente. Con un chilowattora di elettricità si possono ottenere da 3 a 4,5 chilowatt di calore. A titolo di paragone: un classico riscaldamento elettrico (vietato dal 2030) funziona secondo il rapporto 1 a 1, vale a dire che per ciascun chilowattora di elettricità si ottiene solo un chilowatt di calore. Le moderne termopompe consumano inoltre molta meno corrente elettrica rispetto ai modelli precedenti, perché si avvalgono della cosiddetta modulazione: la potenza della macchina viene adattata costantemente all'effettivo fabbisogno di calore. La termopompa non funziona perciò sempre a pieno regime, bensì solo nella fascia necessaria al momento.
Probabilmente no. Si possono però combinare due o più apparecchi in un cosiddetto impianto a cascata. Le due termopompe si alternano tra loro per avere una sollecitazione uniforme degli apparecchi. Se il fabbisogno di calore supera la potenza di una singola macchina, subentra la seconda. In questo modo è possibile coprire una maggiore fascia di potenza. Ciò è vantaggioso soprattutto nel carico parziale (vale a dire quando l'impianto non funziona a piena potenza).
La resistenza elettrica è una sorta di bollitore a immersione per i casi di emergenza. Quando per diversi giorni la temperatura esterna scende nettamente al di sotto del valore medio (in genere meno sette gradi centigradi), la resistenza preriscalda l'aria e aumenta così l'efficienza della termopompa. Due sono le cose importanti da sapere. La prima è che la resistenza elettrica non è sempre in funzione, ma normalmente soltanto in pochi giorni durante l'anno. E la seconda è che gli inverni con temperature costantemente molto basse stanno diventando meno frequenti.
Il generatore di calore non è di per sé molto di più caro di una termopompa aria-acqua installata all'interno. Dovete tuttavia calcolare il costo aggiuntivo della trivellazione per la sonda che, a seconda della situazione geologica e dell'accessibilità del vostro terreno, può risultare elevato o persino molto elevato. Se la trivellazione viene eseguita direttamente davanti alla casa è più conveniente rispetto al dover portare tutta l'attrezzatura con una gru nel cortile posteriore. Anche l'allestimento o la sistemazione del giardino dopo la perforazione può generare ulteriori costi. Per contro, potrete utilizzare il foro di trivellazione per almeno il doppio del tempo rispetto al generatore di calore. Se dopo 15-20 anni la termopompa deve essere sostituita sarà sufficiente cambiare l'apparecchio. All'occorrenza potrà essere necessario sostituire anche la sonda, ma la parte più consistente e costosa, la trivellazione, l'avete già pagata.
Questo dipende da diversi fattori. Se nella vostra proprietà avete una superficie boschiva e vi piace tagliare la legna, una caldaia a legna in pezzi può essere un'ottima scelta. Se invece volete fare meno fatica con il riscaldamento, una caldaia a pellet fa al caso vostro. In entrambi i casi avete la vostra scorta di combustibile. Quest'ultima richiede invero un po' di spazio – per il deposito pellet o la catasta di legna – ma almeno siete indipendenti. Per contro dovete prevedere un po' di lavoro, ad esempio per lo smaltimento della cenere. Nel caso del pellet va anche considerato l'andamento dei prezzi, che spesso è direttamente collegato al prezzo generale dell'energia. A livello di prezzi non siete perciò messi meglio del gasolio o del gas.
La cosa migliore è mettersi innanzi tutto in contatto con il vostro potenziale fornitore di teleriscaldamento. Informatevi sull'attuale sviluppo della rete, sugli ampliamenti previsti e sulle eventuali tasse di allacciamento per il vostro stabile. Informatevi inoltre sui possibili incentivi finanziari (fornitore, Comune). Il teleriscaldamento offre due grandi vantaggi: non dovete più occuparvi del vostro riscaldamento e l'ingombro in cantina sarà limitato al poco spazio occupato dalla stazione di trasferimento. Lo svantaggio è lo stretto legame con il fornitore di teleriscaldamento, di cui dovete condividere la politica dei prezzi e la scelta del vettore energetico. E se in futuro volete di nuovo gestire un vostro riscaldamento, il costo di installazione sarà elevato.
Probabilmente no. In Svizzera, gli edifici riscaldati con l'idrogeno si possono contare sulle dita di una mano. La tecnologia è estremamente complessa, richiede speciali misure di sicurezza e ha un rendimento complessivo molto basso. Utilizzare l'idrogeno per riscaldare case private è meno sensato dal profilo energetico rispetto alla sua applicazione ad esempio per la mobilità (autobus, autocarri, ecc.).
I vecchi «boiler» elettrici possono essere sostituiti in modo semplice con degli scaldacqua a pompa di calore. Questa opzione è particolarmente interessante se in aggiunta installate un impianto fotovoltaico. Con l'elettricità solare autoprodotta potete infatti alimentare anche gli scaldacqua a pompa di calore.
A seconda della posizione e delle condizioni, una termopompa aria-acqua può fare al caso vostro. Chiarite anche se nell'ubicazione specifica sono ammesse trivellazioni per sonde geotermiche (www.posso-perforare.ch). Informatevi inoltre se ci sono o sono previste reti di teleriscaldamento e chiedete all'installatore una valutazione in merito a un riscaldamento a legna.
Se volete continuare ad avere un riscaldamento in comune, una soluzione è un impianto con termopompe a cascata. In tal caso, due o più termopompe vengono combinate per fornire in qualsiasi momento l'esatto quantitativo di calore o di acqua calda necessario. Se invece ognuno preferisce avere il proprio riscaldamento, una termopompa aria-acqua o una termopompa geotermica potrebbero essere interessanti. In tutti i casi dovreste – insieme oppure ognuno per sé – considerare l'installazione di un impianto fotovoltaico. L'elettricità autoprodotta è sempre la più conveniente.
Con la più vecchia delle reti sociali: i vostri vicini, colleghi di lavoro, amici, conoscenti e parenti. La maggiore parte di loro sarà ben lieta di raccontarvi (e dilungarsi nei minimi dettagli) la loro esperienza fatta con il risanamento del riscaldamento e con l'installatore. Durante la pausa caffè, una passeggiata o una cena sentitevi liberi di sollevate la questione del riscaldamento e approfittate delle esperienze già fatte da altri.
A un fabbricante, ad esempio ELCO. Da molti anni collaboriamo con ditte installatrici in tutta la Svizzera e siamo lieti di fornirvi alcuni indirizzi nelle vostre vicinanze.
È ragionevole chiedere almeno due offerte in modo da poter confrontare le prestazioni e i prezzi. Ma non più di tre offerte. Ogni installatore sceglie infatti un impianto leggermente diverso, utilizza altri componenti ed elenca i suoi lavori diversamente rispetto alla concorrenza. Quando confrontate le offerte non guardate solo il prezzo, ma seguite anche il vostro istinto. Ne vale la pena, perché il nuovo riscaldamento (e la ditta installatrice) faranno parte della vostra vita per i prossimi 10-15 anni.
Prendete assolutamente in considerazione una ditta locale, al massimo regionale. Un installatore che ogni volta deve affrontare una trasferta di due ore non è adatto, poco importa quanto vantaggiosa sia la sua offerta. Chiedete inoltre un'offerta per un sistema completo (generatore di calore, produzione di acqua calda, gruppi di riscaldamento, pompe, ecc.) e diffidate dalle «offerte parziali». E informatevi esattamente sugli altri lavori che sono eventualmente necessari oltre all'installazione del riscaldamento. Fra questi figurano l'allargamento delle porte, la creazione di passaggi nei muri, opere di scavo o da muratore, fondazioni o lavori di tinteggio. Anche questi costi devono figurare nelle offerte per poter procedere a un confronto adeguato.
Raramente. Alcune ditte installatrici molto grandi hanno alle loro dipendenze installatori elettricisti o muratori. In generale, il «montatore» si occupa tuttavia solo del riscaldamento. La maggior parte degli installatori dispone comunque di una buona rete e può raccomandarvi senz'altro impresari, pittori, piastrellisti o installatori elettricisti. Chiedete all'installatore se è disposto a fungere da coordinatore o da «mini impresario generale». In tal caso avrete un unico interlocutore che si occupa del coordinamento di tutti i lavori. Vi costerà qualcosa in più, ma sarete ripagati da una maggiore serenità.
Ci sono senz'altro buoni installatori che sono più convenienti della concorrenza e anche il vostro istinto saprà dirvelo. Fate molta attenzione ai prezzi dumping. Se vengono scelti componenti sbagliati, l'installazione non è eseguita in modo conforme o la ditta fallisce dopo due anni proprio a causa dei prezzi troppo bassi, vi ritrovate in una situazione spiacevole.
Questo tipo di scaldacqua funziona con una mini-termopompa, che produce l'energia termica necessaria con un consumo contenuto di elettricità sfruttando l'aria ambiente. Tenuto conto che la pompa di calore e il serbatoio di accumulo sono combinati in un unico apparecchio non ci sono perdite di trasmissione. Lo scaldacqua a pompa di calore è perciò molto efficiente. Un apparecchio con un volume di 200 litri è normalmente sufficiente per coprire il fabbisogno di acqua calda di 3-4 persone. Se le persone che abitano nell'edificio sono di più e amano fare il bagno o lunghe docce, il volume andrebbe aumentato a 250 litri.
Entrambe le cose. Nella maggior parte delle case unifamiliari, una termopompa fornisce sia il calore ambiente che l'acqua calda. Se l'impianto esistente è utilizzato solo per il riscaldamento, la nuova termopompa può occuparsi anche di produrre l'acqua calda. Qualora va sostituito il sistema esistente di produzione dell'acqua calda (ad es. un boiler elettrico), una buona soluzione è uno scaldacqua a pompa di calore. Nelle case plurifamiliari con produzione centralizzata dell'acqua calda potete anche valutare l'opzione dei moduli per acqua calda sanitaria. Sono molto efficienti e consentono di rinunciare all'accumulatore centralizzato che consuma molta energia.
Ogni anno vengono risanati in Svizzera circa 40'000 impianti di riscaldamento. Fra i nostri oggetti di riferimento trovate alcuni dei progetti più appassionanti e insoliti. Fatevi ispirare e approfittate delle esperienze fatte da altri proprietari.
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